Tutto ciò si traduce in una perturbazione dei grandi cicli biogeochimici,
con un incremento della quantità di metalli e una risultante riduzione di fertilità del
suolo.
Ultima, ma non meno importante causa dell’inquinamento del suolo è la presenza di rifiuti
solidi. La produzione globale di rifiuti solidi può essere stimata
oggi in Italia intorno ai 41 milioni di tonnellate. A fronte di una quantità così rilevante
di rifiuti prodotti pochissimi sono gli impianti già costruiti in grado di assicurare
un razionale smaltimento. Poco è stato fatto, fino ad ora in questo settore,
dalle strutture amministrative a ciò deputate. Il complesso di lavori ed opere
che si attuano per rendere coltivabile o abitabile un territorio malsano o inquinato
va sotto il nome di bonifica. Essa ha modalità d’esecuzione differenti in base
allo stato di degrado delle zone da ripristinare ed in base alla causa che ha
reso necessario tale intervento. Il recupero di un suolo inquinato è effettuato
per diversi motivi, primo dei quali è evitare ulteriori contaminazioni a volte
letali a falde acquifere, prodotti agricoli e all’uomo. Una bonifica diventa
completa quando l’intervento dell’uomo è mirato non solo al recupero di un terreno
inquinato, ma anche e soprattutto al ripristino sotto l’aspetto
agricolo, edile, ricreativo, umanitario, e non ultimo alla realizzazione di parchi
o oasi protette.